Simone Peterzano

BERGAMO 1535 circa – MILANO 1599

Allievo di Tiziano e maestro di Caravaggio, Simone Peterzano coniuga un sontuoso cromatismo di matrice veneta, con le influenze di Melozzo da Forlì, ma anche per alcuni aspetti, di Veronese e Tintoretto.

Opera, a partire dal 1573, all’interno del circuito milanese e respira la temperie della Controriforma che nel suo contesto di riferimento, si modella sull’esempio di vita e dottrina rappresentato dal cardinale Borromeo.

A Milano è il maestro di una titolata BOTTEGA che vede come allievi tra gli altri il giovane pittore Francesco Alicati che doveva essere istruito, come precisa il suo contratto del 1573, nella decorazione e nel ritratto; e il tredicenne Michelangelo Merisi da Caravaggio, il cui contratto di Bottega fu firmato dalla madre vedova il 6 aprile 1584.

Nell’ultima fase della sua produzione, le opere di Peterzano risentono di una monumentalità chiaramente ispirata dal rinnovato clima morale della Controriforma e mescolano ascetico rigore e mistica trasfigurazione, indotta dall’amore per Dio.

La “Deposizione del Cristo nel Sepolcro” di Bernate risente di questo clima per cui è evidente il progressivo ripiegare su formule pittoriche più severe, dove anche il colore assume toni più smorzati e freddi.

Tra le sue opere possiamo segnalare gli affreschi nella chiesta di S.Barnaba, le “Storie di Sant’Antonio di Padova” in S.Angelo, le pitture in S.Maria della Passione e in San Fedele, la “Madonna col Bambino tra i santi Benedetto, Mauro, Giustina e Caterina” nella chiesa di S.Maurizio a Bioggio (Canton Ticino), la pala con “Sant’Ambrogio tra i Santi Gervasio e Protasio” e gli affreschi del presbiterio e del coro della Certosa di Garegnano.

Famoso e seguito alla sua epoca, fu destinato ad essere offuscato dalla fama del suo Maestro, Tiziano, e del suo più celebre allievo, Caravaggio.

Simone Peterzano si qualifica comunque comeuno dei maggiori esponenti del tardo manierismo lombardo.

Allievo di Tiziano e maestro di Caravaggio, Simone Peterzano coniuga un sontuoso cromatismo di matrice veneta, con le influenze di Melozzo da Forlì, ma anche per alcuni aspetti, di Veronese e Tintoretto.

Opera, a partire dal 1573, all’interno del circuito milanese e respira la temperie della Controriforma che nel suo contesto di riferimento, si modella sull’esempio di vita e dottrina rappresentato dal cardinale Borromeo.

A Milano è il maestro di una titolata BOTTEGA che vede come allievi tra gli altri il giovane pittore Francesco Alicati che doveva essere istruito, come precisa il suo contratto del 1573, nella decorazione e nel ritratto; e il tredicenne Michelangelo Merisi da Caravaggio, il cui contratto di Bottega fu firmato dalla madre vedova il 6 aprile 1584.

Nell’ultima fase della sua produzione, le opere di Peterzano risentono di una monumentalità chiaramente ispirata dal rinnovato clima morale della Controriforma e mescolano ascetico rigore e mistica trasfigurazione, indotta dall’amore per Dio.

La “Deposizione del Cristo nel Sepolcro” di Bernate risente di questo clima per cui è evidente il progressivo ripiegare su formule pittoriche più severe, dove anche il colore assume toni più smorzati e freddi.

Tra le sue opere possiamo segnalare gli affreschi nella chiesta di S.Barnaba, le “Storie di Sant’Antonio di Padova” in S.Angelo, le pitture in S.Maria della Passione e in San Fedele, la “Madonna col Bambino tra i santi Benedetto, Mauro, Giustina e Caterina” nella chiesa di S.Maurizio a Bioggio (Canton Ticino), la pala con “Sant’Ambrogio tra i Santi Gervasio e Protasio” e gli affreschi del presbiterio e del coro della Certosa di Garegnano.

Famoso e seguito alla sua epoca, fu destinato ad essere offuscato dalla fama del suo Maestro, Tiziano, e del suo più celebre allievo, Caravaggio.

Simone Peterzano si qualifica comunque come uno dei maggiori esponenti del tardo manierismo lombardo.